è difficile spiegarmi a volte, quando la rabbia mi prende per il verso sbagliato controllarla diventa impossibile. Mi riempie, non so quale strano meccanismo scatti nel mio cervello, ma tutto si fa fuoco.
Un fuoco così denso che mi acceca la mente, mi disorienta la ragione e mi brucia il sangue.
Bruciare è il verbo che meglio descrive la mia ira;
A volte mi piace, il provare qualcosa di così forte che mi rende purtroppo però brutale, aggressiva, pericolosa.
ma la maggior parte delle volte è nocivo solo per me, consuma me.
"Con i termini ira, furia, collera o rabbia, si indica uno stato psichico alterato, suscitato da elementi percepiti come minacce o provocazioni capaci di rimuovere i freni inibitori che normalmente stemperano le scelte del soggetto coinvolto. L'iracondo prova una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno e, in alcuni casi, anche verso se stesso"
quando la rabbia si impadronisce di me, può essere un gran casino perchè se per qualsiasi motivo ti trovi nei miei spazi in quel momento non faccio differenza di chi tu sia o dei tuoi sentimenti, vieni inglobato dalla mia rabbia.
per questo una delle cose più mi aiuta è scrivere, raccontare quello che sento e raccontare cosa significa viveva nell'ira, ma non solo.
scrivere mi porta sempre ad un altro livello mentale, dove posso rileggere e analizzare i miei pensieri, i miei comportamenti e sopratutto mettere nero su bianco le stronzate che ho in testa.
a volte fa bene rileggere come stavamo. per me per la mia salute ha un non so che di terapeutico.
Ma da sempre ho sentito la necessita di non lasciare le mie parole solo a me.
ho sempre creduto che la scrittura in qualche modo mi avrebbe aiutato si, ma che magari avrebbe aiutato anche altri, da qui è nata l'idea del blog, quest'estate, precisamente nel agosto del 2022. in quel periodo mi sono capitati due libri per le mani che mi hanno fatto riflettere molto, ai quali probabilmente dedicherò degli articoli al riguardo, ma in breve il primo "Just Kids" della sola e unica Patti Smith , mi ha fatto ragionare su me stessa, sul cosa voglio fare, su cosa voglio dire e come voglio dirlo, sulla spiritualità sull'arte e sul fatto che non essere nessuno a ventidue anni è più che normale.
il secondo "la sottile arte di fare il cazzo che ti pare"mi ha insegnato una cosa estremamente scontata ma molto importante, che in realtà mi aveva insegnato anche Yoda anni fa, ovvero vuoi fare una cosa? falla.
non esiste il provare ma solo il fare o non fare. e mi sono detta cazzo io lo voglio aprire il mio blog, ne ho bisogno e così lo sto facendo. e non avete idea di quanto sia bello superare la soglia del "provare" o del "vorrei" e semplicemente farlo.
per questo siamo qui.
per fare.
A Presto
V
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